Descrizione
«Dopo il caso Regeni […], moltissimi accademici egiziani – docenti e studenti – hanno ora paura di tornare a casa, e alcuni hanno già vissuto in esilio volontario per anni. Un numero sempre crescente di professori inoltre consiglia ai propri allievi studiosi di Egitto di farlo a distanza, senza visitare il Paese». (Khaled Fahmy)
A sei anni dal barbaro assassinio di Giulio Regeni e a quasi due anni dall’arresto di Patrick Zaki, la sistematica repressione del dissenso da parte del governo di al-Sisi ai danni della società civile è ormai sotto gli occhi di tutti, e di certo l’Egitto non è più un paese sicuro per ricercatori e studiosi. Due anni fa il volume Minnena. L’Egitto, L’Europa e la ricerca dopo l’assassinio di Giulio Regeni (Mesogea 2020) denunciava proprio questi fatti drammatici e la complicità dell’Europa, con una raccolta di brevi saggi puntuali, appassionati e documentati, scritti da studiosi esperti di Egitto contemporaneo. Questo percorso di approfondimento continua e ora si arricchisce di testimonianze tanto autorevoli quanto accurate, che fanno luce sui meccanismi repressivi del regime di al-Sisi e sulla disinformazione dilagante in Egitto come in Italia.
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