Descrizione
Terra e sangue, è un romanzo che si snoda attraverso gli andirivieni e le vicissitudini dei contadini cabili che dall’Algeria duramente colonizzata dei primi anni del Novecento emigravano in Francia. Al centro della narrazione è la coppia ‘mista’ costituita da Amer – che, tornato al villaggio natale di Ighil-Nezman dopo quindici anni di lavoro in miniera, presto s’invaghisce di un’altra donna, Chabha – e Marie, giovane parigina precocemente logorata dalla miseria della grande città, che, seguendolo in Cabilia, abbraccia lingua e consuetudini sconosciute, alla ricerca, in un ‘mondo a parte’, di speranza e di quiete. Attorno a loro, s’addensa, di pagina in pagina, l’inevitabile tragedia ma, soprattutto, affiorano, in una narrazione avvincente di sobrio realismo, il travaglio di luoghi e uomini, le incrinature interiori, ma anche le ferite storiche, di una comunità, quella cabila, di cui Feraoun descrive, quasi da etnografo e senza mai cadere nell’oleografia, vita privata, costumi, organizzazione sociale. Né Eden perduto, né improbabile Eldorado, Ighil-Nezman, non è scenario fantastico o sfondo verosimile di un dramma della passione e della migrazione, ma spazio reale e simbolico dell’urto – e del collasso – dei legami ‘naturali’, della terra e del sangue, appunto, contro le pareti visibili e invisibili dell’esilio, della doppia assenza.
Le sembrava che lei e Amer formassero una strana coppia, ridicola, che, accanto a lei, lui perdesse la personalità di cabilo e lei non avesse più quella di francese.
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