Descrizione
Jean Daniel, uno dei decani del giornalismo europeo, a fronte delle troppe angustie che soffocano l’informazione, la politica, la cultura del nostro tempo, propone in questo libro una rigorosa e necessaria riflessione sui «presupposti filosofici» del proprio mestiere e sulla responsabilità degli intellettuali. A partire dalla personale «rievocazione esistenziale» dell’esperienza condivisa con Albert Camus nelle redazioni di quotidiani e riviste, rilegge l’intera opera dell’autore de L’uomo in rivolta alla luce delle inquietudini contemporanee. Dalla trama delle memorie di luoghi, personaggi ed eventi storici di cui è stato testimone e cronista emerge il profilo meno noto, ma non certo meno importante, di Camus giornalista impegnato in prima persona nella pratica dell’«informazione critica». È infatti nella tensione morale e nell’iter dostoevskiano dell’amico scrittore che Jean Daniel individua le ragioni dell’attualità dell’opera di Camus e quell’autentica lezione di etica oggi più che mai indispensabile per sfuggire all’insidia totalitaria e all’ideologia dominante. Per resistere – con Camus – all’aria del tempo.
« …tutto ciò che di fatto degrada la cultura accorcia le strade che portano alla servitù. Una società che tollera di essere distratta da una stampa senza onore e da un pugno di cinici saltimbanchi, fregiati del nome di artisti, corre verso la schiavitù malgrado le proteste degli stessi individui che contribuiscono al suo degrado. »
Albert Camus
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