Descrizione
Contrariamente all’immagine purtroppo corrente in Italia, il Montenegro è un paese di grande cultura e civiltà, e il libro di Martinovic ne dà un esempio. L’attuale Montenegro, e il suo sbocco al mare nelle Bocche di Cattaro, segnano il confine più che millenario tra Oriente e Occidente. Qui sorsero civiltà preistoriche e città-stato di epoca greca. Qui amò soggiornare il drammaturgo Sofocle e gli imperatori romani. L’autore vagabonda in mezzo alle tracce archeologiche – una scultura rupestre, una coppa, una moneta – e fa rivivere uomini e donne del passato; egli usa un doppio registro e un doppio linguaggio: quello narrativo, e quello di un commento ricco di fatti, collocato in una colonnina al margine della pagina.
Testo che offre un doppio godimento: quello letterario, in pagine che rievocano il Mediterraneo in termini non dissimili da altri scrittori come Consolo o Matvejevic, e che insieme si offre come una miniera di notizie, quasi una guida dei luoghi.
Hai risvegliato anche le mie compagne dal sonno eterno. Parlerò io in loro nome di tutto quello che vuoi sapere di noi. Ero la loro prima sacerdotessa nel tempio di Rhizon dove ci eravamo votate alla nostra dea Artemide.
Ho sentito come mi chiamavi: «Aleia, Aleia». Ed ecco che ti ho risposto. Ci hai regalato un filo di vita. Chiamandoci dagli abissi del passato.
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