Descrizione
Le poesie in dialetto reggino raccolte e pubblicate per la prima volta in Ossa di crita sono come pietre di inciampo disseminate lungo un percorso più che ventennale di ricerca e di scrittura che, attraversando il teatro, giunge ai versi. Piccole concrezioni dell’anima, nutrite di parole e visioni terragne, materiali e corporee, in cui sonorità e senso sono intimamente legati. La musicalità non è solo scheletro di questo corpo di terra, ma si fa carne anch’essa, materia sonora vivente nei suoni bassi, nelle cadenze sghembe e dissonanti che chiedono voce per essere vive, per vibrare nella lingua dell’anima e della memoria: il dialetto.
Cogghiu supra ‘sta strata,
chi munda
comu persica matura
a facci da muntagna,
petri
ianchi comu la peddi
nova
di la stati
chi veni a lu ‘ntrasattu
l'Autore
Massimo Barilla (Reggio Calabria, 1972), drammaturgo, poeta, sceneggiatore e regista, già direttore del Teatro Siracusa di Reggio Calabria, è responsabile dell’area culturale della Fondazione Horcynus Orca di Messina e dirige Mana Chuma Teatro, per il quale, tra l’altro, ha scritto, insieme a Salvatore Arena: Spine (2003); Di terra e di sangue (2005); ’70voltesud (2007); Come un granello di sabbia / Giuseppe Gulotta, storia di un innocente (2016); F-Aìda (2019). Per il cinema ha scritto e diretto il film 26 settembre 1970 / il cielo limpido, ed è autore di soggetto e sceneggiatura del lungometraggio Primula Rossa (2019). Ha tradotto in italiano, insieme all’autrice, le poesie di Elizabeth Grech, Terre sospese (CartaCanta, 2019). Con i suoi versi e racconti inediti, ha rappresentato l’Italia al Malta Mediterranean Literature Festival 2018.
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