Descrizione
Cinque racconti-monologo che varcano di continuo la soglia di ciò che nominiamo realtà, di ciò che decidiamo sogno. Si aprono (e chiudono) come altrettante possibili porte della percezione, vere e proprie visioni di scrittura che, in una paradossale sarabanda immobile, invitano a sentire prima che comprendere, a tenere, come recita il titolo, occhi aperti spalancati. «Ciò che si svolge è dentro un sogno, ma quel che accade, accade nella scrittura».
Questa mattina la mia sposa è morta. Non so se è stato un incidente o se è stata lei a volere la morte. È morta e io l’ho trovata dentro il letto di un fiume calmo. Distesa, che galleggiava appena sotto un filo d’acqua. Con il viso rivolto al cielo e gli occhi chiusi.
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