È difficile rendere conto in un blog dei diversi mondi che abitano il Mediterraneo, del resto non ne abbiamo la pretesa; quello che ci interessa è mettere a disposizione uno spazio di approfondimento, aprire dialoghi, riconoscere e tradurre segni di cambiamento, costruire un arcipelago di pensieri e voci, disegnando la mappa dei porti da cui salpare o approdare tra una riva e l’altra: un nuovo portolano mediterraneo.
Parlare di Mediterraneo e di culture mediterranee non significa perseguire il «nazionalismo del sole», vuol dire invece rifiutare una visione monolitica dell’esistenza, un pensiero unico che livella e appiattisce tutto nell’omogeneità; vuol dire problematizzare il mondo, vederlo e celebrarlo nella sua complessità, fatta di elementi che dialogano, si contaminano, si scontrano.
Questo mare che divide e unisce allo stesso tempo, teatro di incontri e di guerre, di rinascite e di morti è per noi spazio di possibilità: prima tra tutte, quella di vivere nella singolare simultaneità di sentirsi ‘dentro’ e allo stesso tempo ‘sull’orlo’, in un esercizio di continua dislocazione dei punti di vista. Punti di vista che vogliamo conoscere, interrogare, accogliere per rimettere in discussione la realtà e provare a liberarci dei troppi stereotipi che investono il pluriverso mediterraneo.