Descrizione
Dopo un periodo di impiego a terra, come amministrativo di una ditta che gestisce il lavoro dei portuali nello scalo di Napoli, il protagonista di questa storia s’imbarca su un cargo che, seguendo le rotte del commercio mediterraneo, tocca i grandi porti del Medio Oriente e del Nord Africa.
Intrecciando reportage, inchiesta e finzione narrativa, il libro racconta la complessa organizzazione dei traffici marittimi nell’economia globale, gli infortuni sul lavoro, le morti bianche, il contrabbando.
Ma anche le vite che vi ruotano intorno.
Quelle dei portuali, testimoni di «uno dei cicli produttivi strutturali della postmodernità».
Quelle dei marittimi, che vivono interminabili mesi sull’«immensità liquida che li circonda e su cui si addormentano, mangiano, vivono».
Per rispondere forse soprattutto alla domanda: cosa resta nelle loro vite delle merci che transitano per mare al ‘tempo dei container’?
La zantraglia.
Mentre la Kawasaki vende al suo franchising italiano la Black Hawk da quindicimila euro, la stessa industria trasporta tonnellate di componenti per motori e carenature, ammassate nei container rossi della K(awasaki) Line. Nessun portuale si rendeva conto d’essere testimone di uno dei cicli produttivi strutturali della postmodernità. A Enzo le scatole rosse della K Line non ricordavano la sua moto, erano soltanto il suo lavoro che gli permetteva di dar forma ai suoi stessi desideri.
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