Descrizione
Raccolte e pubblicate per la prima volta, le poesie di Enzo Mancuso compongono un canzoniere moderno dalle risonanze antiche, un canzoniere del tempo. Tempo che parla e tace nei paesaggi e nei sentimenti evocati, tempo che si fa suono remoto di ferite quotidiane, parola e voce, canto. Enzo Mancuso, come dice Sarantis Thanopulos nella conversazione con Silvio Perrella che accompagna questo volume, «scrive con suoni che vengono dagli abissi del mare, dal camminare dei piedi scalzi o delle scarpe rose su sentieri ruvidi, impervi, dalla caduta delle foglie dagli alberi, dal sibilare del vento, suoni che diventano parole e scavano rughe nel tempo». E i disegni di Francesco Balsamo, da un capitolo all’altro, di questo cammino del poeta ci danno ulteriore segno: immagini come partitura del suo canto.
Sfrimma
lu sìcchiaru di l’arma,
dicci coccosa.
E cu lu sapi
chi lingua ci sbatti
ni dda porta nchiuvata,
cu quali vuci hiata
la parola
c’appìcica a la timpa
di surfara
e s’affuca.
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