Descrizione
Algeri. La mattina del suo quarantaquattresimo compleanno, un anonimo impiegato della Società nazionale gas e petroli algerini si sveglia, si guarda allo specchio e non vede la propria immagine. È la prima delle cancellazioni che da quel giorno scandiranno la sua vita determinandone il destino. In preda al terrore che gli procura lo specchio vuoto, l’uomo ricorre alle cure di uno psichiatra, il Dottor B., il quale lo dichiara affetto dalla «sindrome da cancellazione», disturbo molto raro, poco studiato ma di grande suggestione simbolica e politica. Infatti, sembra colpire «per lo più individui algerini di sesso maschile nati dopo l’Indipendenza», proprio come il protagonista, figlio di un valoroso e rispettato ex combattente del fln, la cui figura continua a pesare come un macigno sulla sua vita.
Samir Toumi, qui tradotto per la prima volta in italiano, in una scrittura asciutta ma intensa, venata di amara ironia e sostenuta da un ritmo serrato, con Lo specchio vuoto consegna al lettore una storia di ordinaria follia e la metafora di un paese, l’Algeria contemporanea. Il travaglio di generazioni strette tra indipendenza ereditata e coscienza colonizzata.
Arrivato davanti allo specchio, non ho visto il mio riflesso. C’era l’immagine della porta, dell’accappatoio appeso al gancio sulle piastrelle di maiolica, ma io continuavo a essere invisibile.
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