Descrizione
Il treno, la notte, le incertezze e le euforie dell’Italia del dopoguerra, i piccoli particolari in cui affiorano le sfaccettature dell’esistenza sono al centro della cronaca del breve soggiorno italiano che Henri Calet ci consegna come il diorama fuggevole e incantato di uno stralunato vagabondaggio.
Tenero e irriverente, ora entusiasta ora annoiato, lo scrittore-viaggiatore Calet – uomo di diverse e complicate identità – si muove tra le pagine qui tradotte per la prima volta in italiano come il protagonista di un film di Jacques Tati. E dalla sua indolente gravità, dalla sua normalità paradossale saltano fuori, come dall’arruffato bagaglio di un turista distratto, malinconia e sorriso.
Ciò che rende i viaggi pressappoco inutili, è che ci spostiamo sempre con noi stessi, con gli stessi pensieri, le stesse preoccupazioni, la stessa mentalità, gli stessi giudizi sulle cose e sulla gente. In qualunque posto ci si trovi, non siamo mai da soli.
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