Descrizione
Un intellettuale di Istanbul viene inviato come insegnante nel piccolo villaggio di Hakkâri, dove «anche le valli hanno la conformazione di precipizi». Essendogli impossibile ogni comunicazione, il suo insegnare lo spinge a imparare la lingua dei suoi allievi e a cercarne una in comune. Questa terra aspra diventa così spazio e occasione di un’esperienza, di una metamorfosi esistenziale e culturale, che si configura come un vero e proprio romanzo di formazione.
«Dico a me stesso, finiscila con queste fantasie, lascia perdere Noè. Poi vado dentro (in classe). I ragazzi parlano tra loro nella loro lingua e scrivono. Lasciamoli scrivere. Le loro parole, le nostre parole in comune, le imparerò da loro. Cercherò di parlare con loro usando proprio quelle. Ne aggiungerò di nuove».
l'autore
Ferit Edgü (Istanbul, 1936) è uno dei nomi di spicco della letteratura turca contemporanea. Oltre a diversi romanzi – tra cui Kimse (Nessuno, 1980), Eylülün Gölgesinde Bir Yazdý (All’ombra di settembre, 1988) – è autore di quattro raccolte di novelle – una delle quali, Bir Gemide (Su una nave, 1979) ha vinto il Sait Faik Award (il Goncourt turco) – e dei saggi contenuti in Ders Notlarý (Appunti di studio, 1979). Da Hakkâri’de Bir Mevsim (Un inverno ad Hakkâri, 1988) è stato tratto il film omonimo che, nel 1983, ha ottenuto l’Orso d’Argento alla XXXIII edizione del Festival di Berlino. Nonostante il successo all’estero, il film è stato bandito in patria, dove il romanzo è rimasto a lungo nella lista dei bestsellers. Alla sua sesta edizione in Turchia, Un inverno ad Hakkâri è stato tradotto in francese, tedesco, giapponese e cinese.
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