Descrizione
Nel 1969 Juan Goytisolo, esule a Parigi, scriveva su commissione di una casa editrice di viaggi elvetico-tedesca un libro sul suo paese, rivolto a viaggiatori curiosi e colti. Il risultato, nonostante il corredo editoriale di invitanti fotografie, fu una delle più insolite guide turistiche di tutti i tempi. In realtà il volume, apparso in Spagna solo dopo la fine della dittatura, è un graffiante e lucidissimo saggio che impietosamente attacca le fondamenta stesse su cui è stato costruito il mito di una nazione granitica, forte di valori intoccabili quanto arcaici, fiera della sua missione salvifica. La Spagna che sta a cuore a Goytisolo è invece un paese fondato sulla diversità dei popoli che la formano ed è il prodotto del confrontarsi (mai idilliaco, ma nemmeno feroce), nel lungo medioevo peninsulare, di quelle che chiama le tre ‘caste’: la cristiana, la musulmana e l’ebraica, ciascuna portatrice della ricchezza della sua cultura, delle sue mentalità e dei suoi abiti di vita. Secondo Goytisolo la cacciata dei mori e degli ebrei alla soglia dell’età moderna segna una perdita e getta le premesse di una lunga decadenza e dell’isolamento in Europa, da cui il paese non si è ripreso che negli ultimi decenni, a costo dei nuovi mali della globalizzazione e dell’inautenticità. La Spagna e gli spagnoli può essere considerato un piccolo, attualissimo classico della saggistica laica, scettica ed eretica del Novecento. E la Spagna di Goytisolo può essere vista come emblematica di tutto il nostro ormai piccolo mondo, in cui sembrano tornare pregiudizi, mal celate discriminazioni e falsi valori.
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